L’assemblea può proibirti di fare lavori nel tuo appartamento?

Se vivi in un condominio e decidi di fare dei lavori di ristrutturazione al tuo appartamento l’assemblea può vietarti di effettuare le modifiche che desideri?

Comunicazione dei lavori.

In base all’art.1122 del Codice Civile:

[…] il condomino non può eseguire opere che rechino danno alle parti comuni ovvero determinino un pregiudizio alla stabilità, alla sicurezza o al decoro architettonico dell’edificio.
In ogni caso è data preventiva notizia all’amministratore che ne riferisce all’assemblea.

Quindi sei tenuto a dare comunicazione dei lavori in anticipo all’amministratore di condominio che, a sua volta, informa l’assemblea.

L’amministratore va solo informato, ma non deve concedere alcuna autorizzazione condominiale.

Inoltre la comunicazione pare non essere obbligatoria se l’intervento che devi effettuare nella tua proprietà esclusiva non arreca alcun danno all’edificio, alle sue parti comuni e agli altri appartamenti.

Ad esempio la sostituzione degli infissi, la realizzazione di un cartongesso dentro l’appartamento o la sostituzione delle mattonelle del bagno sono lavori che non necessitano di una comunicazione preventiva.

Questa serve invece se intervieni sulle tubazioni, opera che potrebbe provocare un potenziale pregiudizio all’appartamento sottostante.Quando è necessaria, l’informazione da dare all’amministratore deve essere il più possibile specifica e dettagliata.

Orari dei lavori.

I lavori di ristrutturazione del tuo appartamento di certo per gli altri inquilini comporteranno qualche fastidio dovuto al rumore e magari anche qualche problema legato alla sporcizia che potrebbe essere trasportata sul pianerottolo o all’interno dell’androne.

La legge stabilisce che il rumore non deve superare la normale tollerabilità, ma è naturale che la ristrutturazione superi facilmente questa soglia.

Tuttavia nessuno potrà impedirti di fare dei lavori in casa solo perché rumorosi.

Nel rispetto degli altri condomini rispetta il riposo delle persone cercando di disturbare il meno possibile.

Se il regolamento di condominio non contiene l’indicazione degli orari in cui non è possibile fare rumore, evita le tradizionali ore di sonno, ossia dalle 19 alle 7,30 di mattina e il primo pomeriggio dopo pranzo.

Autorizzazione condominiale.

L’assemblea non può opporsi ai lavori e può decidere solo sulle questioni inerenti ai beni comuni, ma se tali beni si trovano all’interno di singole unità immobiliari l’assemblea condominiale può adottare una delibera con cui vieti le opere nella proprietà esclusiva del singolo condomino.

Ciò vuol dire che se i lavori che intendi fare vanno ad interessare elementi strutturali come una trave portante o un pilastro, l’assemblea condominiale può adottare una delibera con cui vieterà le opere nella tua proprietà esclusiva in quanto suscettibili di compromettere decoro, stabilità o sicurezza dell’edificio (art.1122 e art.1117 quater del Codice Civile).

Tutto questo è stato stabilito di recente con chiarezza con la sentenza 7/2019 dal Tribunale di Milano, che ha respinto la domanda di un condomino che ha impugnato una delibera che vietava la rimozione di un pilastro sito all’interno del suo appartamento.

Il Tribunale ha accertato mediante consulenza tecnica che il pilastro aveva funzione strutturale e che la rimozione avrebbe potuto compromettere la stabilità dell’edificio, quindi ha affermato che l’assemblea condominiale può vietare tali opere.

Il regolamento condominiale.

In certi casi il regolamento condominiale può contenere divieti o altri limiti all’uso delle proprietà esclusive che però, per essere vincolanti, devono indicare espressamente l’attività vietata.

Inoltre affinché questi limiti all’uso della proprietà privata dei singoli condomini siano efficaci è necessario che il regolamento sia stato approvato all’unanimità con votazione in assemblea di tutti i condomini o con l’accettazione del regolamento all’atto dell’acquisto del singolo appartamento da parte dei vari proprietari.

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Saremo felici di aiutarti a risolvere ogni tuo dubbio!

A presto con un nuovo articolo!


Mi chiamo Diego Calugi, ho 38 anni, e sono un agente immobiliare.
Gestisco lo Studio Immobiliare Serena insieme a Iride Tacconi ed ho una passione sincera per questo bellissimo lavoro e per tutto ciò che ruota intorno al mondo della casa.

 


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Troppo rumore? Soluzioni per migliorare il comfort acustico della tua casa.

proteggere la casa dai rumori

Vivi in una casa rumorosa? Se i rumori non possono essere completamente eliminati, almeno riduci la loro intensità seguendo i nostri consigli.

Dopo una pesante giornata di lavoro, finalmente a casa! Ora puoi staccare la spina, goderti la tua pace domestica e lasciare il mondo fuori… ma è davvero possibile se i rumori delle abitazioni vicine o del traffico varcano la soglia di casa insieme a te??

Forse pensiamo di essere così abituati a certi rumori di media intensità che crediamo di non farci più caso. In realtà abitare in un immobile con problematiche acustiche ha effetti negativi sulla salute; a lungo andare gli effetti del rumore si ripercuotono su:

  • sonno,
  • umore,
  • capacità di apprendimento a scuola dei bambini,
  • apparato cardiovascolare,
  • udito.

Il comfort in casa dunque passa anche attraverso un buon isolamento acustico, che può realizzarsi solo attraverso un insieme combinato di azioni finalizzate a limitare la diffusione dei suoni da una stanza all’altra.

Un consiglio potrebbe essere quello di disporre i mobili in modo “strategico”: collocare armadi o librerie nelle pareti in comune tra un appartamento e l’altro può, ad esempio, aiutare a bloccare la propagazione dei rumori.

proteggere la casa dai rumori

Rumore: per combatterlo, devi prima conoscerlo!

Per intervenire correttamente sul tuo immobile, devi innanzitutto individuare il tipo di inquinamento acustico cui è sottoposto e le sue principali fonti. Infatti i rumori non sono tutti uguali e possiamo distinguere tra:

  • rumori dall’esterno: come quelli del traffico;
  • rumori dall’interno: che si propagano per via aerea, come la TV ad alto volume;
  • rumori da impatto: causati da urti all’interno dell’edificio, tipo lo spostamento di sedie, la caduta di oggetti o il calpestio;
  • rumori da impianti e apparecchiature: dovuti a elettrodomestici, caldaie o impianti di ventilazione, scarichi, ascensori ecc.;
  • rumori da riverbero, ovvero la risonanza del suono su superfici lisce e dure, che si sente di più nelle parti vuote di un edificio, ad esempio nella tromba delle scale.

Non c’è una soluzione unica per tutti i tipi di rumore, quindi trattarli con lo stesso intervento è il primo errore da evitare.

Se abiti in un condominio per proteggere la tua casa dai rumori interni all’edificio:

Controlla la porta di ingresso: anche una piccola fessura lascia entrare i rumori esterni con estrema facilità.

Se è il caso di sostituire il vecchio portone, la nuova porta dovrà essere pesante e a tenuta stagna con battuta per la soglia e guarnizioni in gomma.

Isola le interpareti: una soluzione è insonorizzare il muro perimetrale confinante col vicino o col vano scale. Per fare questo puoi:

  • realizzare un armadio a muro lungo la parete in questione
  • costruire una doppia parete
  • isolare il pavimento applicando pavimenti flessibili in PVC, in gomma naturale o in sughero
  • diminuire la risonanza (o riverbero) stendendo spessi tappeti sul pavimento e applicando materiali fonoassorbenti alle pareti o al soffitto.

Ma attenzione: l’isolamento acustico deve essere pensato come un sistema, quindi per migliorare il comfort dell’intera abitazione spesso una controparete o un controsoffitto non bastano.

Infatti se le altre parti della casa sono deboli permettono al suono di trovare un’altra via (pavimenti-soffitti-altre pareti).

Invece per ridurre i rumori provenienti dall’esterno dell’edificio:

Controlla le finestre: se la tua casa si trova in una zona molto trafficata, non ci sono dubbi: per ridurre al minimo i rumori hai bisogno di finestre isolanti. Oltre al caldo e alle intemperie queste finestre saranno in grado di proteggerti anche dall’inquinamento acustico.

Isola il tetto: di solito per fare questo si procede alla posa nel sottotetto di un isolante spesso e resiliente in fibre minerali, come la lana di roccia o la lana di vetro, in associazione con un materiale denso (un pannello fonoassorbente).

Gli incentivi fiscali.

Lo Stato anche per il 2019 mette a disposizione incentivi fiscali per chi effettua lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria su un immobile e tra gli interventi che possono beneficiare della detrazione c’è anche la “sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande, con modifica di materiale o tipologia di infisso”.

Quindi potrai recuperare buona parte delle spese sostenute per la sostituzione di porte, finestre, portoni blindati e per tutte le altre opere finalizzate al contenimento dell’inquinamento acustico.

Consulta il sito dell’Agenzia delle Entrate per conoscere tutti i dettagli e clicca qui per sapere di più sui Bonus casa prorogati dall’ultima Legge di Bilancio.

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Bonus Casa: ecco gli incentivi confermati per il 2019.

bonus casa 2019

Buone notizie per chi sta programmando lavori in casa! Le notizie circolate negli ultimi tempi lasciavano intravedere la possibilità di assistere alla forte riduzione delle percentuali di sconto previste per chi esegue dei lavori di ristrutturazione su un immobile. Invece i tagli (che avrebbero dovuto portare al 50% la detrazione per opere di efficientamento energetico e al 36% quella per le ristrutturazioni) non ci sono stati; il Bonus Casa è stato prorogato dalla Legge di Bilancio senza sostanziali cambiamenti per tutto il 2019.

Vediamo insieme quali interventi possono beneficiare del Bonus Casa 2019 e in che misura è possibile ottenere il rimborso dei costi sostenuti.

bonus casa 2019

Bonus Ristrutturazione.

La normativa sull’agevolazione fiscale per lavori di ristrutturazione prevede che fino al 31 dicembre 2019 si possa usufruire di un bonus del 50% per un tetto massimo di spesa di 96mila euro.

Tra i lavori ammessi a detrazione ci sono opere di manutenzione straordinaria, ricostruzione, risanamento conservativo o restauro di parti comuni di edifici residenziali o di singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale e sulle loro pertinenze.

L’incentivo è esteso anche a chi acquista immobili completamente ristrutturati da un’impresa e a chi realizza (o compra dal costruttore) nuovi box pertinenziali.

Se vuoi verificare in modo specifico quali lavori hanno diritto al bonus ristrutturazione, ti consigliamo di leggere questa Guida alle ristrutturazioni che l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione sul suo sito.

L’Ecobonus.

Guadagna un altro anno di vita anche l’Ecobonus, che consente di recuperare parte del denaro investito per ottimizzare la resa energetica della casa e ridurre gli sprechi. Il beneficio mantiene l’assetto attualmente in vigore, con le sue tariffe differenziate in base alla tipologia di intervento. Nel dettaglio, la percentuale di detrazione è del:

  • 50% per schermature solari, serramenti e infissi, impianti di climatizzazione invernale tramite caldaie a condensazione di classe A e a biomassa, anche per gli immobili degli Istituti autonomi per le case popolari;
  • 65% per il miglioramento della resa energetica dell’immobile tramite riqualificazioni generali, scaldacqua a pompa di calore, lavori di coibentazione, domotica, pannelli solari, installazione di caldaie a condensazione di classe A evolute.

Bonus mobili.

Confermato per il 2019 il Bonus mobili, che permetterà di avere una detrazione del 50% nel caso in cui si possano documentare le spese sostenute nell’anno 2019 per l’acquisto di arredamento e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore ad A+ (per i forni classe A). Condizione necessaria è che tali acquisti siano stati effettuati contestualmente a lavori di ristrutturazione.

La detrazione viene calcolata su un tetto massimo di spesa di 10mila euro per unità abitativa. Come prova della data di inizio dei lavori basteranno le eventuali abilitazioni amministrative o comunicazioni richieste dalle norme edilizie, la comunicazione preventiva all’Asl (se obbligatoria), oppure, per lavori che non necessitano di comunicazioni, una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà (in base a quanto stabilito dall’art.47 del Dpr 445/2000).

Bonus Verde.

Il Bonus verde o Bonus giardini, inaugurato lo scorso anno, anche nel 2019 darà la possibilità di ottenere uno sconto del 36% sulla quota Irpef con tetto a 5mila euro per lavori di sistemazione del verde di giardini, terrazzi, balconi e giardini di interesse storico. Inoltre rientrano nelle spese detraibili i costi per la cura, ristrutturazione, irrigazione di aree verdi, ma anche quelli per spedizione, progettazione e manutenzione legati agli interventi.

Come fare richiesta per i Bonus Casa 2019?

Per beneficiare degli incentivi è indispensabile indicare nella dichiarazione dei redditi (da utilizzare il modello 730 o il modello Unico):

  • i dati catastali identificativi dell’immobile,
  • gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce il titolo di possesso

e conservare tutti i documenti che trovi indicati nel provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 2 novembre 2011.

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Vivere in una casa autosufficiente è possibile! Ecco come…

Vivere in una casa autosufficiente dal punto di vista energetico significa scegliere uno stile di vita completamente green senza rinunciare al comfort. Ecco da dove cominciare per rendere un immobile autonomo e compatibile con l’ambiente.

Politiche più attente a questioni ambientali e i grandi progressi effettuati negli ultimi anni dalle ricerche nel campo delle energie rinnovabili, fanno sì che oggi sia possibile auto-produrre energia in modo sufficiente.

Il concetto di “abitare sostenibile” coinvolge temi che molto hanno a che fare con il rapporto tra uomo e natura e il rispetto dei tempi e dei cicli vitali dei materiali naturali. Significa sviluppare una sensibilità e dei comportamenti consapevoli (o meglio eco-consapevoli) nei confronti dei consumi dei prodotti, che si traduce in ambito domestico in ricerca di materiali e arredi in grado di minimizzare l’impatto ambientale, e nella gestione efficiente e senza sprechi delle risorse energetiche.

Per rendersene conto, basta fare un giro in un qualunque negozio di elettrodomestici: il mercato propone tanti esempi di apparecchi che consumano molto meno di una volta: frigoriferi di classe A++, lavastoviglie e lavatrici di classe A++ con attacco di acqua calda sanitaria (ACS), lampadine a LED, ecc.

Lo Stato stesso incentiva l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo, se comprati contestualmente a lavori di ristrutturazione volti all’efficientamento energetico dell’immobile. Infatti l’ultima Legge di Bilancio prevede una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, la detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 10.000 euro, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio, e deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo.

Se vuoi approfondire i dettagli del Bonus mobili ed elettrodomestici scarica qui la guida 2018 dell’Agenzia delle Entrate.

Per rendere la casa del tutto autosufficiente questo però, ovviamente, non basta. Quando si parla di immobili Off-Grid si intendono abitazioni letteralmente staccate dalla rete, indipendenti dalla fornitura di luce e gas, e non inquinanti. Sembra un’utopia… invece in Italia la prima casa Off-Grid esiste già dal 2012! Realizzata a Monsano, in provincia di Ancona, è la prima casa italiana completamente indipendente da fonti fossili inquinanti, scollegata dalla rete elettrica nazionale e dalla tradizionale fornitura di gas.

Ciò dimostra che si può produrre energia pulita a impatto e chilometri zero grazie ad un impianto di energia intelligente, capace di integrare l’abitazione con un sistema di gestione dell’energia. Non mancano però nemmeno gli esempi internazionali, come la ZEB Pilot House o il Waternest 100 (progettato da un Italiano, l’Arch. Giancarlo Zema).

Se vogliamo salvaguardare il nostro pianeta, senza dubbio la risposta è nell’utilizzo di energie rinnovabili.

Come puoi trasformarti da consumatore a produttore di energia, rendendo la tua casa autosufficiente?

Monitora il tuo consumo energetico: le soluzioni per misurare i consumi sono molte e dipendono dall’applicazione e dalle esigenze personali. Ci sono sistemi più semplici ed economici che permettono solo la visualizzazione istantanea in loco; poi ci sono sistemi che memorizzano i dati e si possono collegare al PC; altri ancora permettono di visualizzare i dati registrati tramite App su sistemi Android o iOS anche quando si è fuori.

Riduci il fabbisogno: una volta che hai i dati dettagliati del consumo energetico della tua abitazione, consulta un esperto per avere consigli che lo facciano diminuire.

Intervieni sulla tua casa: dopo un accurato sopralluogo da parte di uno specialista, trova i punti giusti per installare pannelli fotovoltaici e altri impianti come il solare termico che renderanno la vostra casa più green. In una casa autosufficiente l’elettricità si ottiene rigorosamente da fonti rinnovabili (sole, vento, geotermia, biomasse). Si può risparmiare anche sull’acqua, recuperata con un sistema di fitodepurazione costituito da una cisterna o da serbatoi. Grazie a questo sistema è possibile depurare le acque di scarto e riutilizzarle per scaricare i WC, chiudendo così il circuito senza sprechi. Infine si può intervenire anche sul ciclo dei rifiuti, usando la parte organica direttamente per la realizzazione di orti domestici.

Gli italiani sono ancora piuttosto lontani dalla logica della casa completamente autosufficiente se teniamo conto del fatto che in America si stima ci siano già 18.000 famiglie che vivono Off-Grid, ma qualcosa sta comunque cambiando.

Se non possiamo essere da subito green al 100%, possiamo almeno provare a ridurre drasticamente i consumi e a risparmiare sulle bollette della luce e del gas.

Se stai cercando la tua nuova casa…

…avrai notato che tutti gli annunci immobiliari riportano per legge la classe energetica di appartenenza. Questo dato è indispensabile per poter fare intanto una stima approssimativa delle spese alle quali andrai incontro scegliendo un’abitazione o un’altra.

Ogni immobile per essere venduto o concesso in locazione deve essere corredato dall’attestato di prestazione energetica (APE), un certificato che potrà essere anche aggiornato in caso di lavori di riqualificazione o ristrutturazione che andranno a migliorare la prestazione energetica dell’immobile. Anche a questo proposito sono previsti incentivi statali che coprono fino al 65% delle spese sostenute per installazione di pannelli fotovoltaici o in caso di sostituzione degli infissi, della caldaia, posa di isolante, ecc.

Per massima trasparenza, gli annunci dello Studio Immobiliare Serena riportano (oltre al valore numerico) la scansione della prima pagina dell’attestato di prestazione energetica, per consentire ai nostri clienti di fare scelte di acquisto più consapevoli.
Lo Studio Immobiliare Serena è altresì convenzionato con tecnici di zona per la redazione a condizioni vantaggiose degli Attestati di Prestazione Energetica per la vostra abitazione. 


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Animali in condominio? Un tuo diritto! Ecco cosa dice la legge.

Chi ha un animale e vive in condominio sa bene che non sempre i vicini si dimostrano molto tolleranti. Non è facile gestire il proprio amico a quattro zampe in modo sereno se gli altri condomini sono infastiditi dalla sua presenza… ma cosa prevede la legge in merito?

 

Secondo i dati riportati dal Decimo Rapporto Assalco – Zoomark, in Italia nel 2017 gli animali domestici erano almeno 60 milioni e ormai sono considerati veri e propri membri della famiglia. Dare qualche numero aiuterà a fare maggiore chiarezza su quello che si intende; oltre a cani e gatti, rientrano nella definizione sicuramente anche pesci, criceti, coniglietti, furetti e animali esotici come i serpenti.

Le famiglie italiane ospitano:

  • 30 milioni di pesci
  • 13 milioni di uccellini (cifra che ci vale il primato europeo)
  • 7, 5 milioni di gatti
  • 7 milioni di cani
  • 1,8 milioni di piccoli mammiferi come conigli, furetti, criceti, cavie, cincillà e degu
  • 1,3 milioni di rettili (tartarughe, serpenti e iguane).

La legge 220/2012 del nostro Codice Civile indica in modo preciso quali sono le parti comuni dell’edificio, la loro destinazione d’uso, la ripartizione delle spese per scale ed ascensori e la disciplina relativa all’amministratore; non tutti sanno che tale legge dal 18 giugno 2013 è stata integrata con l’articolo 16, riguardante proprio la permanenza degli animali in appartamento. Nel testo della legge è scritto:

Le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici.

Quindi è chiaro che i regolamenti condominiali non possono in alcun modo proibire la presenza di animali.

E’ bene sottolineare che in base alla Legge 281 del 14 agosto 1991 non è possibile attuare iniziative repressive o di allontanamento nei confronti di eventuali colonie feline, atti considerati nella normativa forme di maltrattamento.

In passato vietare l’ingresso di animali da compagnia nei condomini attraverso appositi regolamenti era una pratica molto frequente. La legge 220/2012 ha giustamente stabilito il diritto in ogni condomino di tenere un animale da compagnia, ma certamente non può modificare accordi già presi in precedenza. In pratica se il regolamento condominiale vietava la permanenza di animali in appartamento già da prima del 18 giugno 2013 allora il divieto non potrà essere annullato in nessun modo.

Infatti la legge ha efficacia a partire dalla sua entrata in vigore e non può essere applicata ai regolamenti condominiali approvati precedentemente.

Il fatto che esista il diritto di avere in appartamento cani, gatti e altri animali da compagnia non significa che i proprietari non debbano rispettare alcune regole. Osservarle è importante per la convivenza condominiale ed evitare litigi.

Essenzialmente le regole si riassumono in 5 punti.

  1. Chi danneggia o distrugge beni altrui a causa del comportamento del proprio animale domestico può essere obbligato all’allontanamento;
  2. L’animale non deve essere lasciato libero nelle parti comuni;
  3. L’animale non deve emanare odori sgradevoli o fare rumori molesti di notte e di giorno;
  4. Il regolamento condominiale non può togliere il diritto a tenere animali in casa, ma può limitarlo per ragioni igienico-sanitarie, ad esempio indicando il numero massimo di animali che possono avere accesso ad ogni abitazione;
  5. Nelle aree in cui l’animale (in particolare il cane) può incontrare altre persone, è necessario l’uso del guinzaglio ed eventualmente della museruola.

Nonostante il diritto stabilito dalla legge 220/2012 del Codice Civile può accadere che altri inquilini tentino di inserire particolari divieti nel regolamento condominiale, magari opponendosi alla presenza di animali “a tutela della quiete” o per “motivi igienici”, o impedendo l’uso di aree comuni (come l’ascensore).

In realtà non possono essere deliberate disposizioni limitanti o che annullano il diritto di tenere animali. Se ti trovi in una delle situazioni descritte, puoi fare ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorni dall’approvazione delle delibera condominiale.

La situazione è diversa se vivi in affitto. Trattandosi di un contratto di natura privata, nel contratto di locazione  il locatario può inserire una clausola di divieto alla detenzione di animale da compagnia nell’appartamento di sua proprietà. Una volta sottoscritto, l’atto diventa vincolante.

Cerchi un alternativa? Potresti valutare l’acquisto di una casa indipendente con giardino, dove nessuno potrà disturbare la quiete tua e del tuo animale.

 


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Le ultime tendenze di arredo? Una questione…”spinosa”!

Con la loro forma varia e buffa, i cactus negli ultimi mesi sono i protagonisti del mondo del design. Fonte di ispirazione per chi vuole dare un tocco spiritoso alla propria casa, queste piante con le loro spine diventano soggetto di carte da parati, tende, cuscini, pouf, e chi più ne ha più ne metta.

Perché il cactus piace così tanto?
È forse un incoraggiamento a essere forti e resistere anche in condizioni estreme? O forse piace, perché è una pianta che ricevendo poche cure può addirittura fiorire e perciò si adatta alla vita frenetica di chi, preso da mille impegni, rischia di dimenticarsi di dare l’acqua alle piante?
Probabilmente la risposta è molto meno ricercata e meno sociologica: i cactus sono carini!

Una pianta piccola, simpatica, e resistente: il cactus viene declinato in moltissimi accessori d’arredo che, con semplicità, riescono a dare la giusta dose di freschezza e colore alla casa. Insieme alla piantina spinosa, sul podio delle tendenze del product design ci sono anche i fenicotteri rosa e gli ananas.

Ci sono prodotti per la casa e carte da parati che, pur riproducendo questi eccentrici soggetti, danno la giusta personalità alle stanze… senza dubbio i cactus decorativi per arredare la casa sono una buona idea; inoltre la pianta grassa “vera” è una soluzione perfetta per portare un pò di natura anche nelle abitazioni di chi non ha il pollice verde.

Il colore di tendenza ovviamente non può essere che il verde acceso, spesso abbinato al rosa, per dare un tono romantico.

L’allegra “fantasia cactus” conquista anche la cucina, ispirando le decorazioni di stoviglie, tovaglie, tovagliette all’americana, tazze, vassoi, e barattoli. In realtà si può dire che non ci sia una stanza più adatta di un’altra per potersi sbizzarrire con le idee e la creatività… basta pensare ai tessili per bagno e alla biancheria per la camera da letto.

Se anche tu hai deciso di decorare la tua casa con questo motivo, hai veramente opzioni infinite… puoi scegliere un elemento piccolo, come un’illustrazione, un cuscino o un elemento di decoro tipo i mini-cactus in vasetto, in porcellana o vetro, da utilizzare singoli o abbinati.

E a te piacciano i cactus?
Faccelo sapere con un commento!

 


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