Mutuo: le domande più frequenti di chi compra casa

Il mutuo è un prestito in denaro erogato da un istituto di credito e che viene richiesto per sopperire alla mancanza di una parte della somma necessaria per acquistare, costruire o ristrutturare un immobile.

In questo articolo ci occupiamo del mutuo ipotecario e rispondiamo in modo semplice ai dubbi più comuni di chi compra casa.

1. Chi può richiedere un mutuo?

A livello anagrafico l’aspirante mutuatario deve avere la maggiore età ed essere cittadino italiano o cittadino straniero con residenza in Italia.

Dal punto di vista economico, chi richiede un mutuo deve dimostrare alla banca di essere in grado di restituire la somma avuta in prestito tramite specifica documentazione.

2. Quali documenti presentare alla banca?

Il finanziamento viene concesso sulla base di precise valutazioni.

A seconda che il richiedente sia un libero professionista o un privato la documentazione da presentare alla banca varia.

Nello specifico i documenti richiesti possono cambiare anche in base all’istituto, ma in generale occorrono:

  • per lavoratori autonomi → le ultime dichiarazioni dei redditi, certificazione della Camera di Commercio, eventuale iscrizione all’albo;
  • per lavoratori dipendenti → dichiarazione del datore di lavoro che certifichi l’anzianità di servizio, ultima busta paga, copia del modello CUD (oppure modello 730 o modello Unico).

3. Come si restituisce il prestito?

Tramite il pagamento di rate composte da: quota capitale e quota interessi. Quest’ultima va a formare il compenso spettante alla banca che presta il capitale.

Il piano d’ammortamento più comune in Italia è quello a rate costanti (detto anche “francese”), in cui le due componenti seguono andamenti inversi: la quota interessi diminuisce via via che si pagano le rate e quella di capitale aumenta.

4. Tra quali tassi si può scegliere?

Esistono vari tipi di mutuo in base al tasso di interesse, che può essere:

  • FISSO: resta identico per tutta la durata del contratto;
  • VARIABILE: di base è più conveniente del fisso, ma a scadenze prestabilite può variare perché è legato alle oscillazioni di un parametro di riferimento stabilito su mercati monetari e finanziari;
  • MISTO: il tasso passa da fisso a variabile o viceversa in base alle condizioni stabilite da contratto.

5. In quanto tempo si restituisce il prestito?

Il mutuo ha durata variabile: in genere dai 5 ai 20 anni, ma alcune banche in condizioni particolari sono disposte a diluirlo in tempi ancora più lunghi.

Ovviamente più si allungano i tempi, più basso sarà l’importo delle rate ma maggiori gli interessi.

6.Qual è l’importo massimo finanziabile?

Si solito la banca concede un importo che non supera l’80% del valore del bene da acquistare.

A volte gli istituti di credito concedono mutui che vanno oltre questa percentuale, ma chiedendo maggiori garanzie e spesso applicando condizioni meno vantaggiose per il cliente.

7. Quali garanzie chiede la banca?

L’ipoteca è una garanzia reale. Viene costituita mediante l’iscrizione in pubblici registri e può colpire solo beni immobili.

In caso di insolvenza da parte del debitore, l’ipoteca attribuisce alla banca la possibilità di espropriare in via privilegiata i beni vincolati a garanzia del suo credito.

8. Quanto costa accendere un mutuo?

Quando si sottoscrive un mutuo, bisogna tenere conto anche di:

  • spese di istruttoria, ovvero il costo delle pratiche necessarie all’erogazione del mutuo, di cui normalmente la banca chiede il rimborso al cliente;
  • spese per la perizia tecnica immobiliare utile a valutare il bene da ipotecare;
  • spese notarili per il contratto di mutuo e l’iscrizione dell’ipoteca nei registri immobiliari;
  • imposta sostitutiva;
  • costo dell’assicurazione a copertura di danni sull’immobile.

Hai altri dubbi? Per maggiori informazioni lascia un commento o contatta lo Studio Immobiliare Serena: oltre ad assisterti in ogni fase del tuo acquisto immobiliare, sapremo consigliarti anche nella ricerca del mutuo, aiutandoti ad individuare il finanziamento più adatto a te.

Ti aspettiamo!


Mi chiamo Diego Calugi, ho 38 anni, e sono un agente immobiliare.
Gestisco lo Studio Immobiliare Serena insieme a Iride Tacconi ed ho una passione sincera per questo bellissimo lavoro e per tutto ciò che ruota intorno al mondo della casa.


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Bonus prima casa: cos’è, chi può richiederlo e quando si perdono i benefici.

Quando si deve acquistare una nuova casa, è essenziale tenere presente il budget che si ha a disposizione per effettuare l’investimento.

Per non correre il rischio di fare il passo più lungo della gamba, è bene chiarire che il prezzo dell’immobile, per quanto determinante, non è l’unica spesa da sostenere.

Infatti se ti stai preparando a comprare un immobile devi sapere che sarai tenuto a farti carico anche di altre spese legate alla compravendita, tra le quali le imposte sull’acquisto della casa.

La buona notizia è che in presenza di determinati requisiti è possibile usufruire di un regime fiscale agevolato che permette all’acquirente di risparmiare notevolmente.

Vediamo le caratteristiche del Bonus prima casa, chi può richiederlo e in quali circostanze si perdono i benefici.

 

Il Bonus prima casa è uno strumento pensato per aiutare tutti coloro che intendono acquistare un immobile residenziale da utilizzare come abitazione principale.

Valido sia per chi acquista da un privato, sia per chi acquista direttamente da un’impresa, questa agevolazione consiste in imposte ridotte rispetto all’ordinario e in regimi di IVA agevolata, con lo scopo di alleggerire il carico fiscale.

Nello specifico vediamo quanto si deve pagare:

COMPRANDO DA UN PRIVATO:

  • Imposta di registro pari al 2% della rendita catastale dell’immobile (generalmente molto più bassa rispetto al valore reale dell’immobile), anziché al 9% previsto dal regime fiscale ordinario.
  • Imposta ipotecaria: 50 euro.
  • Imposta catastale: 50 euro.

COMPRANDO DALL’IMPRESA (compravendita soggetta a IVA):

  • IVA con aliquota ridotta al 4% (anziché al 10% previsto nel regime ordinario).
  • Imposta di registro: 200 euro.
  • Imposta ipotecaria: 200 euro.
  • Imposta catastale: 200 euro.

È evidente che le imposte da pagare quando si compra una casa variano a seconda che il venditore sia un privato o l’impresa costruttrice, ma di certo in entrambe le situazioni il Bonus prima casa garantisce un notevole risparmio all’acquirente, data l’entità delle cifre sulle quali si va ad applicare la percentuale di sconto.

Chi ha diritto all’agevolazione prima casa?

Come abbiamo detto, il Bonus prima casa è riservato a chi intende acquistare quella che diventerà la sua dimora principale; perciò non è applicabile a seconde o terze case e i requisiti fondamentali per avere accesso al regime fiscale agevolato per l’acquirente sono:

  • non risultare già titolare di un altro immobile comprato senza il Bonus prima casa e ubicato nello stesso Comune, nemmeno se in comunione con il coniuge;
  • non essere già proprietario di un’altra abitazione comprata con le agevolazioni prima casa; in questo caso il compratore può usufruire del Bonus solo dichiarando nell’atto di vendita che si impegnerà a vendere il vecchio immobile entro 12 mesi dal rogito.

Anche l’immobile deve soddisfare alcuni requisiti, ovvero:

  • deve trovarsi nel Comune in cui il proprietario ha (o intende stabilire) la residenza, o lavora. Se l’acquirente risiede in un Comune diverso, ha 18 mesi di tempo dal rogito per trasferire la residenza nel nuovo Comune;
  • non deve essere classificato come immobile di lusso, pertanto non può appartenere alle categorie catastali: A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (abitazioni in ville), A/9 (castelli e palazzi di eminenti pregi artistici e storici).

Per ottenere le agevolazioni fiscali sarà sufficiente dichiarare al notaio che rogita l’atto di vendita di essere in possesso dei requisiti per fare richiesta. Il notaio stesso calcolerà le imposte agevolate.

I benefici spettano anche per l’acquisto delle pertinenze, classificate o classificabili nelle categorie catastali:

  • C/2 (magazzini e locali di deposito);
  • C/6 (per esempio rimesse e autorimesse);
  • C/7 (tettoie chiuse o aperte);

limitatamente ad una pertinenza per ciascuna categoria.

Quando si perdono i benefici?

Come si legge nella Guida dell’Agenzia delle Entrate, le agevolazioni ottenute quando si acquista un’abitazione con i benefici prima casa possono essere perse se:
  • le dichiarazioni previste dalla legge nell’atto di acquisto sono false;
  • l’abitazione viene venduta o donata prima che siano trascorsi 5 anni dalla data di acquisto, a meno che, entro un anno, non si riacquisti un altro immobile, anche a titolo gratuito, da adibire in tempi “ragionevoli” a propria abitazione principale. Il requisito del riacquisto non è soddisfatto quando si stipula, entro l’anno dalla vendita del primo immobile, soltanto un compromesso, poiché con questo tipo di contratto non si trasferisce il bene;
  • non si sposta la residenza nel comune in cui si trova l’immobile entro 18 mesi dall’acquisto;
  • entro l’anno dall’acquisto del nuovo immobile non viene venduto quello già posseduto, acquistato con le agevolazioni prima casa.

Una volta decaduto dai benefici, il proprietario è tenuto a versare le imposte “risparmiate”, gli interessi e una sanzione del 30% delle imposte stesse.

Hai bisogno di altre informazioni per l’acquisto della tua casa? Esprimi i tuoi dubbi in un commento alla fine di questo articolo. Lo Studio Serena Immobiliare sarà felice di risponderti!

In alternativa, contattaci e affidati alla nostra competenza per completare con successo il tuo percorso di acquisto.


Mi chiamo Diego Calugi, ho 38 anni, e sono un agente immobiliare.
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Investire nel mattone: tutto ciò che c’è da sapere

L’investimento immobiliare: buona redditività e basso rischio.

Il tipico investimento immobiliare prevede di acquistare un immobile, da mettere in affitto per qualche anno, per poi rivenderlo nuovamente (andando quando possibile a consolidare una plusvalenza rispetto al prezzo di acquisto originale). Esso rappresenta anche un’alternativa valida per chi vuole diversificare il rischio.

A differenza degli investimenti finanziari, quello nel mattone è un investimento più trasparente e certamente più comprensibile, anche ai non addetti al settore.

Quali sono i parametri da considerare per un buon investimento immobiliare?

Scegli l’ubicazione giusta
Una posizione strategica vicino ai principali servizi darà maggiore stabilità e maggiore redditività al tuo investimento. Studia le caratteristiche della zona e chiediti se col tempo essa acquisterà valore o meno; scegliere bene la zona ti permetterà di rivendere meglio l’immobile, quando sarà il momento di farlo. Chiediti chi vive nella zona scelta: il tipo di quartiere incide sul tipo di inquilini che potrai trovare per il tuo appartamento.

 

Calcola il rendimento dell’investimento
Calcolare da subito tutti i possibili costi dell’operazione è la base per poter valutare la redditività dell’investimento.

  • Calcola tutti i costi accessori all’acquisto (tasse, spese notarili, spese di agenzia, spese tecniche, costi di un eventuale mutuo, ecc.).
  • Calcola tutti i costi necessari per mettere in affitto l’immobile (pulizia, imbiancatura, arredamento, homestaging, ecc.).
  • Cerca di avere una stima accurata del canone di locazione a cui potrà essere affittato il tuo immobile.
  • Calcola le tasse che dovrai pagare sul reddito derivante dall’affitto e prevedi anche un accantonamento regolare per le future spese di manutenzione.

A questo punto potrai determinare con precisione la redditività del capitale che hai scelto di investire e confrontarla con le altre forme di investimento a tua disposizione, per scegliere la più vantaggiosa.

 

Acquistare un immobile già locato è una buona idea?
Acquistare un immobile già locato può essere una buona scelta. È importante però capire perché l’immobile è in vendita: forse non è redditizio? Verifica poi che l’inquilino sia regolare nei pagamenti e lo sia sempre stato in passato, chiedendo di visionare tutta la relativa documentazione (sia per il pagamento del canone che per il pagamento del condominio). Leggi con cura il contratto di affitto, nel quale dovrai subentrare dopo l’acquisto.

 

Consigli utili per scegliere l’appartamento giusto

  • Spesso gli appartamenti di piccola metratura sono i più facili e i più convenienti da affittare.
  • Non stai acquistando la casa dei tuoi sogni, ma un appartamento che dovrà produrre un reddito. I criteri della scelta potranno essere diversi.
  • Puoi anche valutare di acquistare un immobile da ristrutturare o da rammodernare; è un buon modo per fare ottimi affari!
  • Accerta con precisione le spese di manutenzione (ordinarie o straordinarie) che sono necessarie.
  • Se si tratta di un immobile in condominio, verifica le spese condominiali: se troppo alte, potrebbero incidere indirettamente sul canone di locazione che potrai chiedere.
  • Assicurati che non ci siano spese fisse importanti (es. riscaldamento centralizzato): sono spese che saranno a carico tuo, qualora l’appartamento resti sfitto per un periodo di tempo.

Come vedi, uno dei vantaggi di “investire nel mattone” è che ogni passaggio è chiaro e comprensibile. In ogni momento avrai sempre il controllo della situazione e potrai valutare con facilità l’andamento del tuo investimento.
Questo però non significa che fare l’investimento giusto sia semplice.

Per questo rivolgiti ad un agente immobiliare professionista, meglio se con una comprovata esperienza nel settore degli affitti. Avrà la competenza e l’esperienza sul campo necessarie per consigliarti al meglio.


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Nuovo contributo affitti per l’emergenza

Una buona notizia per chi è in affitto!

L’Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa ha introdotto una nuova misura straordinaria di sostegno per chi non riesce a pagare l’affitto.

A quanto ammonta il contributo?
Il contributo sarà calcolato sulla base del 50% del canone di locazione, e comunque in misura non superiore a 300 €/mese per il Comune di Empoli e a 250 €/mese per gli altri Comuni dell’Unione. Il contributo sarà modulato sulla base delle risorse economiche disponibili.
Il contributo corrisponde a 3 mensilità successive a partire da aprile 2020.

A chi spetta?
Ai lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell’emergenza causata dal Coronavirus abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro. 

A chi non spetta?
Non spetta agli assegnatari di alloggi ERP, per i quali sono già previste altre forme di sostegno.

Tempistiche:
Le domande dovranno essere trasmesse entro il 14 maggio 2020.

Requisiti soggettivi:
Per ottenere l’erogazione del contributo è necessario soddisfare tutti i seguenti requisiti:

  • essere residenti in uno dei Comuni dell’Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa;
  • avere la residenza anagrafica nell’immobile per il quale si chiede il contributo;
  • essere titolari di un contratto di locazione registrato o in corso di registrazione;
  • presentare una certificazione dalla quale risulti un ISE 2019 non superiore a €. 28.684,36;
  • non avere titolarità di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione su immobili ad uso abitativo ubicati nel territorio italiano o all’estero;
  • aver avuto nel mese di aprile, maggio e giugno 2020  una diminuzione del reddito familiare in misura non inferiore al 30% per cause riconducibili all’emergenza (rispetto al mese di aprile, maggio, giugno 2019).

Quali sono i comuni interessati?

  • Comune di Capraia e Limite
  • Comune di Cerreto Guidi
  • Comune di Castelfiorentino
  • Comune di Certaldo
  • Comune di Empoli
  • Comune di Fucecchio
  • Comune di Gambassi Terme
  • Comune di Montaione
  • Comune di Montelupo Fiorentino
  • Comune di Montespertoli
  • Comune di Vinci

L’avviso e il modulo di domanda sono pubblicati sul sito dell’Unione dei Comuni e dei singoli comuni.

Tutte le informazioni nel comunicato ufficiale.

(Il real estate al tempo del coronavirus #9)


LEGGI TUTTI GLI ALTRI ARTICOLI DEDICATI ALL’EMERGENZA CORONAVIRUS!

“Il real estate ai tempi del coronavirus”: un ciclo di articoli per affrontare insieme l’emergenza!

 


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Come scegliere l’agenzia immobiliare giusta? Le 10 regole da seguire

Le agenzie immobiliari NON sono tutte uguali

Scopri come trovare quella giusta per te

Affidandoti all’agenzia immobiliare giusta, tutto risulterà più facile.

Per questo, prima di scegliere la tua agenzia immobiliare, devi assolutamente essere certo che sia quella adatta alle tue esigenze. Ho scritto questo articolo proprio per illustrarti le dieci regole (più una) che ti permetteranno di orientarti nell’ampia offerta di agenzie immobiliari.

 

Le 10 regole (più una) per individuare l’agenzia immobiliare giusta:

  1. Fidati del tuo istinto! Poni all’agente immobiliare tutte le domande che ritieni necessarie. Dalle sue risposte, potrai capirai molto su di lui.
  2. Verifica che la persona con cui hai parlato sia un vero agente immobiliare. Non vorrai mica affidare la tua casa a un abusivo, vero?!?
  3. Informati preventivamente sul suo onorario (la “provvigione”); se chiede una percentuale troppo alta, diffida!
  4. Se ti chiede di firmare un’esclusiva, assicurati che essa non contenga clausole troppo onerose per te e che non ti obblighi per troppo tempo. Diversamente, diffida!
  5. Informati su quante persone lavorano dentro l’agenzia e con quali qualifiche. Un’agenzia troppo piccola potrebbe non avere le forze necessarie per promuovere al meglio il tuo immobile. Viceversa, un’agenzia troppo grande potrebbe essere composta da personale con scarsa esperienza.
  6. Visita il sito web dell’agenzia immobiliare. Se quello che vedi non ti piace, probabilmente non ti piacerà nemmeno la pubblicità che questa agenzia farà del tuo immobile.
  7. Leggi le recensioni on-line dell’agenzia (sia su Facebook, che su Google). Gli ex clienti possono rivelarti moltissimo.
  8. Valuta la storia dell’agenzia immobiliare: un’agenzia di lungo corso (specie in una città di piccole dimensioni) è spesso sinonimo di affidabilità e conoscenza del territorio.
  9. Presta attenzione ai franchising: anche se si tratta di un marchio diffuso su tutto il territorio nazionale, ciò non è di per sé garanzia di affidabilità. Devi infatti sapere che un marchio in franchising lo si acquista e NON viene assegnato in base al merito! Quindi non farti ingannare dai loghi, ma scegli senza pregiudizi la tua agenzia immobiliare.
  10. Non smettere MAI di controllare e giudicare il tuo agente immobiliare. Egli deve renderti conto regolarmente del suo operato, spiegandoti le strategie che sta adottando, e le difficoltà che sta eventualmente incontrando. Non sempre si riesce a concludere in tempi rapidi, ma il tuo agente immobiliare non deve mai trascurarti!

E, per finire, lascia che ti sveli anche l’undicesima regola… se l’agenzia a cui hai affidato il tuo immobile non si rivela all’altezza delle tue aspettative, beh, NON ESITARE A CAMBIARLA!

Adesso che sai come riconoscere l’agenzia immobiliare giusta per te… ti invito a valutare la mia!


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Tutti i vantaggi di affidarsi allo Studio Immobiliare Serena

Nel mio precedente articolo ti ho illustrato le dieci regole (più una) per scegliere al meglio l’agenzia immobiliare più adatta alle tue esigenze.
Adesso concedimi l’occasione di presentarti la mia agenzia, lo Studio Immobiliare Serena.

 

Chi siamo?
Lo Studio Immobiliare Serena opera dal 1992 con onestà e professionalità nel settore immobiliare dell’Empolese Valdelsa, ed è attualmente composto da cinque persone: Iride e Diego (titolari), Laura e Francesco (dipendenti), e Andrea (collaboratore).

 

Di cosa ci occupiamo?

  • Compravendite e locazioni
  • Gestioni patrimoniali
  • Gestione degli affitti
  • Attività commerciali
  • Negozi, fondi artigianali, capannoni
  • Stime (sia verbali, che giurate)
  • Consulenze immobiliari

 

I nostri punti di forza:

  • Uno staff di 5 persone affiatate, sempre al tuo servizio;
  • Agenti immobiliari professionisti, muniti di patentino e costantemente formati;
  • Una delle coperture pubblicitarie più importanti di zona, con una presenza di primo piano su tutti i principali canali pubblicitari del settore;
  • Annunci pubblicitari realizzati con tutte le più moderne attrezzature tecnologiche;
  • Annunci immobiliari dettagliati e veritieri;
  • Un network collaudato di professionisti (architetti, geometri, notai, commercialisti, ditte edili, promotori finanziati, ecc.), pronti ad aiutare i nostri clienti a prezzi vantaggiosi;
  • Una newsletter e un blog completamente gratuiti, pensati per aggiornare costantemente i nostri clienti su tutte le novità del settore;
  • La garanzia di un marchio ben noto in città;
  • La sicurezza di essere in buone mani, grazie al maggior numero di recensioni positive di tutta la zona.

 

Come lavoriamo?

  • Profilazione accurata dei clienti, al fine di limitare le visite inutili;
  • Profilazione accurata degli immobili, per evitare ai nostri clienti inutili perdite tempo;
  • Verifica preventiva di ogni immobile e in particolare sulla regolarità urbanistica e catastale;
  • Stima accurata del più probabile valore di mercato di ogni immobile;
  • Pubblicità su tutti i principali canali del settore;
  • Pubblicità trasparente, chiara, e veritiera;
  • Impegno a seguire i clienti con costanza e assiduità, stabilendo con loro solidi legami di fiducia;
  • Collaborazione costante con tutte le agenzie di zona.
  • Non richiediamo l’esclusiva;
  • Non richiediamo la firma di alcun mandato scritto;

 

Come creiamo la pubblicità del tuo immobile:

  • Foto professionali,
  • Foto panoramiche a 360°,
  • Video YouTube,
  • Planimetrie,
  • Attestato di Prestazione Energetica,
  • Indicazione della superficie utile e della superficie commerciale,
  • Geolocalizzazione attendibile.

 

I nostri canali pubblicitari:

 

Più di 200 recensioni positive!

  • “[…] oltre che professionale è stato anche molto simpatico e amichevole, facendoci dimenticare lo stress per la ricerca della casa e mettendoci fin da subito a nostro agio, ci siamo così sentiti al sicuro e tutelati. […]” by Marco.
  • “[…] Professionalità, disponibilità, competenze, gentilezza… queste le conferme ricevute alla nostra seconda esperienza con loro. […]” by Alberto
  • “[…] In pochi giorni, nonostante le festività natalizie di mezzo, sono riuscita a concludere e trasferirmi. Rimangono un valido punto di riferimento anche a contratto avviato.” by Irene
  • “Agenzia immobiliare davvero competente e seria. Mi hanno assistita rispettando le mie esigenze e fornendo sempre tutti i chiarimenti richiesti. Da consigliare!” by Angela
  • “[…] Consiglio vivamente questa agenzia, perché seria e con persone serie al suo interno!” by Roberta
    e tante, tante altre recensioni, sia su Facebook, che su Google.

Se stai cercando un’agenzia immobiliare a cui affidarti, incontriamoci di persona.

Nulla può sostituire i rapporti umani.


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Coronavirus e affitti: come si riduce l’affitto?

Ridurre il canone

Lo Studio Immobiliare Serena ti spiega in che modo è possibile ridurre il canone di locazione.

Nei giorni scorsi ti ho già spiegato come può fare un inquilino per recedere da un contratto di locazione divenuto troppo oneroso a causa dell’attuale emergenza. Tuttavia alcuni recenti articoli di giornale hanno gettato un po’ di confusione sulla materia e quindi ho deciso di tornare nuovamente sull’argomento.

Ridurre il canone

L’inquilino in difficoltà a causa dell’emergenza ha diritto di vedersi ridotto il canone di locazione?
NO.

L’inquilino NON ha diritto di vedersi ridotto il canone. Non c’è nessuna norma di legge che riconosca un diritto per gli inquilini (o un obbligo per i proprietari) di rivedere l’ammontare del canone. E non esiste nessuna agevolazione per i pensionati, né per chi ha lasciato la casa nella sede di lavoro e ora lavora in smart working altrove.

 

Quindi, quali sono le opzioni a disposizione dell’inquilino?
L’inquilino ha a disposizione le seguenti possibilità:

  1. L’inquilino può contattare il proprietario e chiedergli una riduzione del canone. Ma sarà il proprietario a doverla concedere di sua volontà, per “spirito di liberalità” (ed è, appunto, il caso di cui si occupa questo articolo)
  2. Se si tratta dell’affitto di un negozio, l’inquilino in regola con i pagamenti può almeno ottenere dall’erario un credito del 60%, ma solo per il mese di Marzo 2020 (vedi articolo dedicato).
  3. L’inquilino può recedere dal contratto secondo le modalità previste dalla legge e dal contratto stesso. In questo caso l’emergenza Coronavirus è sicuramente motivo di disdetta “per giusta causa” (vedi articolo dedicato).

 

Per quali contratti di locazione si può ridurre il canone?
PER TUTTI.
La riduzione consensuale del canone di locazione è ammessa per qualunque contratto di locazione e in tutte e circostanze.
E quindi:

  • Sia per uso abitativo, che per uso commerciali;
  • Qualunque sia la durata del contratto (4+4, 3+2, transitorio, ecc.);
  • Qualunque sia il regime fiscale del proprietario (tassazione ordinaria o cedolare secca). 

 

Cosa scrivere nell’accordo di riduzione consensuale del canone?
L’accordo deve avere forma scritta, deve essere firmato da entrambe le parti, e deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate.
Esso deve contenere:

  • Un riferimento al contratto in essere, con gli estremi della registrazione e la data di stipula;
  • I dati di locatore e di inquilino;
  • L’indicazione del canone annuale inizialmente stabilito;
  • Il canone ridotto sul quale ci si è accordati;
  • Il numero di mesi per i quali l’inquilino pagherà l’importo ridotto.

 

Quanto tempo si ha a disposizione per registrare l’accordo di riduzione del canone?
Per evitare di pagare le imposte sui canoni non riscossi è necessario che l’accordo sia registrato entro 30 giorni (dalla stipula, oppure dal giorno in cui tale accordo entra in vigore).
Tuttavia, stante l’emergenza per il Coronavirus, i termini per tale registrazione sono prorogati al 30 Giugno 2020.

 

Come si registra l’accordo di riduzione del canone?
Per registrare l’accordo di riduzione del canone occorre compilare il Modello 69, reperibile sul sito delle Entrate.
È quindi necessario:

  • Indicare nel Modello 69 gli estremi della registrazione del contratto;
  • Allegare l’accordo firmato da entrambe le parti;
  • Inviare il tutto esclusivamente allo Ufficio dell’Agenzia delle Entrate presso il quale è stato registrato il contratto di locazione.

 

Altre precisazioni:

  • Non sono dovute spese di registrazione e l’atto è esente da bollo. Quindi non c’è nessuna spesa;
  • Non sarà necessario nessuna comunicazione all’Agenzia alla ripresa del normale pagamento. 
  • Per evitare spostamenti, l’accordo di riduzione del canone può essere firmato anche via mail.

 

Tutto chiaro?
Restiamo a vostra disposizione per qualunque necessità, inclusa la possibilità di occuparci noi dei rapporti con i tuoi inquilini e di tutta la burocrazia necessaria.

 

(Il real estate al tempo del coronavirus #8)


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Coronavirus e prima casa: prorogati i termini del bonus

Bonus prima casa

L’emergenza coronavirus ha imposto delle restrizioni che, unite alle sue ricadute negative sul sistema economico, rischiano di compromettere per alcuni soggetti la possibilità di fruire del “bonus prima casa”. È per questo che il così detto “Decreto Liquidità” ha prorogato i termini per vendere, comprare e cambiare residenza in caso di acquisto di prima casa. 

Lo Studio Immobiliare Serena ti spiega, caso per caso, come sono cambiate le cose:

Bonus prima casa

CASO 1: OBBLIGO DI TRASFERIRE LA RESIDENZA ENTRO 18 MESI
Di che si tratta?
Per usufruire dei benefici prima casa, l’abitazione acquistata deve trovarsi nel territorio del Comune in cui l’acquirente ha la propria residenza.
Se al momento dell’acquisto l’acquirente è residente in un altro Comune, egli deve trasferire la residenza entro 18 mesi dall’acquisto.

La proroga dei termini prevista nel “Decreto Liquidità”: 
Se alla data del 23 febbraio 2020 non era ancora scaduto il suddetto termine di 18 mesi entro cui trasferire la residenza, allora la scadenza di tale termine sarà sospesa e riprenderà a decorrere dal 01 gennaio 2021.

 

 

CASO 2: CREDITO DI IMPOSTA PER CHI VENDE LA PRIMA CASA E ACQUISTA UN’ALTRA PRIMA CASA ENTRO 1 ANNO
Di che si tratta? 
Lo stato riconosce un credito di imposta a chi vende la prima casa e acquista un’altra “prima casa” entro 12 mesi.
Tale credito d’imposta è pari all’ammontare dell’imposta di registro o dell’Iva corrisposte in relazione al primo acquisto agevolato, a condizione che lo stesso non sia superiore all’imposta di registro o all’Iva dovute sul secondo acquisto

La proroga dei termini prevista nel “Decreto Liquidità”: 

  • Se alla data del 23 febbraio 2020 non era ancora scaduto il suddetto termine di 12 mesi entro cui acquistare la nuova casa, allora la scadenza di tale termine sarà sospesa e riprenderà a decorrere dal 01 gennaio 2021. 
  • Se invece l’atto di vendita viene stipulato tra il 23 febbraio e il 30 dicembre 2020, il periodo annuale per il riacquisto decorrerà dal 1° gennaio 2021 (e ci sarà quindi tempo per riacquistare fino al 31 dicembre 2021).

 

 

CASO 3: DECADENZA DELLE AGEVOLAZIONI PRIMA CASA IN CASO DI VENDITA ENTRO 5 ANNI DALL’ACQUISTO DELLA PRIMA CASA
Di che si tratta?
Chi vende una prima casa entro 5 anni dall’acquisto e non acquista entro 12 mesi un nuovo immobile da destinare ad abitazione principale, perde il diritto agli sconti di cui ha usufruito al momento di stipulare il rogito.

La proroga dei termini prevista nel “Decreto Liquidità”: 

  • Se alla data del 23 febbraio 2020 non era ancora scaduto il suddetto termine di 12 mesi entro cui acquistare la nuova casa, allora la scadenza di tale termine sarà sospesa e riprenderà a decorrere dal 01 gennaio 2021.
  • Se invece l’atto di vendita viene stipulato tra il 23 febbraio e il 30 dicembre 2020, il periodo annuale per il riacquisto decorrerà dal 1° gennaio 2021 (e ci sarà quindi tempo fino al 31 dicembre 2021).

 

 

Il testo dell’Art. 24 del “Decreto Liquidità

Art. 24

(Termini agevolazioni prima casa) 

  1. I termini  previsti  dalla  nota  II-bis  all’articolo  1  della Tariffa parte prima,  allegata  al  testo  unico  delle  disposizioni concernenti  l’imposta  di  registro,  approvato  con   decreto   del Presidente della Repubblica  26  aprile  1986,  n.  131,  nonche’  il termine previsto dall’articolo 7 della legge  23  dicembre  1998,  n. 448,  ai  fini  del  riconoscimento  del  credito  d’imposta  per  il riacquisto della prima casa, sono sospesi nel periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 dicembre 2020.

 

(Il real estate al tempo del coronavirus #7)


LEGGI TUTTI GLI ALTRI ARTICOLI DEDICATI ALL’EMERGENZA CORONAVIRUS!

“Il real estate ai tempi del coronavirus”: un ciclo di articoli per affrontare insieme l’emergenza!

 


“Mi chiamo Diego Calugi, ho 38 anni, e sono agente immobiliare.
Gestisco lo Studio Immobiliare Serena insieme a Iride Tacconi.
Ho una passione sincera per questo bellissimo lavoro e per tutto ciò che ruota intorno al mondo della casa.

Il mio obbiettivo è quello di innalzare quanto più possibile la qualità del servizio offerto ai nostri clienti, che ci rinnovano quotidianamente la loro fiducia da quasi trent’anni. Negli anni ci siamo sviluppati in modo da assistere i nostri clienti in tutti i settori. Affitti, vendite, e gestioni patrimoniali. Dalle ville più prestigiose, fino agli appartamenti più piccoli. Dalle attività commerciali, fino ai capannoni industriali. In città e in campagna. In vendita o in locazione.

Contate su di noi!” 


Lo Studio Immobiliare Serena è al tuo fianco per aiutarti in questo momento così difficile.
Contattaci subito.

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La crisi non ferma gli imprenditori

Capannone

Ecco un’altra storia che ci piace raccontare.

All’affitto di questo capannone (oltre 3.000 mq, su due livelli, con ampio piazzale) ci lavoravamo da settimane e, sinceramente, temevamo che il coronavirus avrebbe fatto saltare tutto. Ma anche stavolta, proprio come è avvenuto per la villetta di Giuliano e per il negozio di Ilaria, siamo stati smentiti.

Capannone

Certo, sono serviti giorni di riflessione e un surplus di trattative…
Certo, il proprietario del capannone ha dovuto fare qualche concessione in più e l’imprenditore ha dovuto prendere il coraggio con le proverbiali quattro mani…
… però oggi quel affare è concluso! 

In un paio di mesi, un’importante struttura industriale della nostra città tornerà a essere di nuovo produttiva, con i suoi trenta dipendenti e con un’importante ricaduta economica sul nostro territorio. Tutto questo grazie a un “semplice” contratto fra due imprenditori, che hanno scelto di non fermarsi nonostante l’emergenza, permettendo così a tante altre persone di guardare con rinnovato ottimismo al futuro.  

 

Credo che questa storia mi abbia insegnato una cosa:

se tutti ci crediamo e se tutti diamo il nostro contributo col massimo dell’impegno, allora la nostra città andrà avanti.

 

Ora è il momento di RESTARE A CASA.
Ma ora è anche il momento di sviluppare la consapevolezza che l’entità dei danni economici causati da questo virus dipenderà innanzitutto dalla nostra capacità di reagire.
Dalla nostra capacità di ripartire (quando sarà arrivato il momento di farlo).

Lo Studio Immobiliare Serena c’è.

 

(Il real estate al tempo del coronavirus #7)


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Mi chiamo Diego Calugi, ho 38 anni, e sono un agente immobiliare.
Gestisco lo Studio Immobiliare Serena insieme a Iride Tacconi ed ho una passione sincera per questo bellissimo lavoro e per tutto ciò che ruota intorno al mondo della casa.


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Coranavirus: “Il bonus affitti per i negozi”

Continuano gli approfondimenti dello Studio Immobiliare Serena sugli aiuti al mondo dell’immobiliare per far fronte all’emergenza Coronavirus.

Dopo aver esaminato come sospendere il mutuo e come recedere da un contratto di locazione, oggi ci soffermiamo sulle agevolazione prevista per le locazioni commerciali: “il Il bonus affitti per negozi e botteghe”.

Diciamolo subito, però: NON è prevista alcuna sospensione dei canoni.

Il Decreto “Cura Italia” prevede però un credito di imposta del 60% a favore dei conduttori di negozi e botteghe.
Esaminiamolo insieme!

In cosa consiste il “bonus affitti per negozi e botteghe”?  

Sostanzialmente il 60% dell’affitto del mese di Marzo 2020 lo paga lo Stato, anche se indirettamente, tramite compensazione. 

 

Chi ne ha diritto?

  • Solo per imprenditori, sono quindi esclusi, ad esempio, i professionisti;
  • Solo se sono fra coloro che sono stati costretti a sospendere le loro attività per via dello stato di emergenza sanitaria
  • Solo per locazioni relative a immobili accatastati nella categoria catastale C/1 (negozi e botteghe). Sono qui esclusi abitazioni, uffici, laboratori artigianali; magazzini, capannoni. 
  • Solo per chi ha pagato al proprietario il 100% del canone di Marzo 2020 (e che quindi sia sostanzialmente in pari con i pagamenti dei canoni). Così specifica L’Agenzia delle entrate nella circolare n. 8/E del 3 aprile 2020.

 

Per quanti mesi?

Al momento in cui scrivo (05/04/20) il bonus è previsto SOLO per il mese di Marzo 2020.

 

Come si ottiene il bonus?

  • Questo risparmio si concretizza attraverso la compensazione dell’importo nel modello F24, 
  • in una o più occasioni, 
  • A questo scopo è stato istituito il codice tributo: “6914” denominato “Credito d’imposta canoni di locazione botteghe e negozi – articolo 65 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 al punto 3.2

 

L’art. 65 del Decreto “Cura Italia”:
“1. Al fine di contenere gli effetti negativi derivanti dalle misure di prevenzione e contenimento connesse  all’emergenza  epidemiologica da  COVID-19,  ai   soggetti   esercenti   attivita’   d’impresa   e’ riconosciuto, per l’anno 2020, un credito d’imposta nella misura  del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, di immobili rientranti nella categoria catastale C/1.
2. Il credito d’imposta non si applica alle attivita’ di  cui  agli allegati 1 e 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei  ministri 11 marzo 2020 ed e’ utilizzabile, esclusivamente, in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
3. Agli oneri derivanti dal presente articolo si provvede ai  sensi dell’articolo 126.”

 

La circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 8/E del 3 aprile 2020, punto 3.2
RISPOSTA: L’agevolazione in esame ha la finalità di contenere gli effetti negativi derivanti dalle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica nei confronti dei soggetti esercitanti attività d’impresa nell’ambito della quale risulta condotto in locazione un immobile in categoria catastale C/1. Ancorché la disposizione si riferisca, genericamente, al 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione, la stessa ha la finalità di ristorare il soggetto dal costo sostenuto costituito dal predetto canone, sicché in coerenza con tale finalità il predetto credito maturerà a seguito dell’avvenuto pagamento del canone medesimo.

Bonus affitti

 

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